Episodios

  • Quando l’anima si arrende alla bellezza: l'Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini
    Jul 8 2025
    Un'opera che non si guarda: si attraversa. Con la sua Estasi di Santa Teresa, Bernini non scolpisce solo una santa in preghiera, ma il momento esatto in cui corpo e spirito si fondono in un abbandono totale.
    È marmo, eppure vibra. È statica, eppure ti muove dentro. In questo episodio ti porto dentro una delle più potenti rappresentazioni barocche della trasformazione interiore: quella che arriva quando smetti di trattenere e ti permetti di sentire davvero. Non è solo arte. È un invito a lasciarti toccare.
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    13 m
  • L’indifferenza e il centro. Quando il silenzio ti chiede da che parte stai
    Jul 1 2025
    La Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca non è solo una scena sacra. È un enigma lucido, tagliente, quasi spietato nella sua compostezza.
    A sinistra, Cristo viene flagellato. A destra, tre uomini conversano con elegante distacco, come se nulla stesse accadendo.
    In mezzo, il vuoto. Un’opera che non urla, ma ti chiede: dove sei, tu, mentre tutto accade?
    Una riflessione senza tempo sull’indifferenza, sul potere, sull’assenza di partecipazione. Ma anche sulla responsabilità di scegliere da che parte stare.
    Piero non dipinge emozioni: dipinge verità congelate, che ognuno deve scaldare con il proprio sguardo. Un quadro che parla al nostro presente più di quanto sembri. E ci mette a nudo.
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    12 m
  • Mihoko Ogaki: stelle che respirano nel buio
    Jun 24 2025
    Milky Way – Before the Beginning and After the End non rappresenta. Illumina.
    Un corpo umano attraversato da stelle, fragile e cosmico, ci invita a riconsiderare il nostro posto nell’universo. Non siamo soli, né finiti. Siamo costellazioni viventi, parte di un ritmo più grande.
    Mihoko Ogaki ci ricorda che il senso non si impone: si ascolta. L’opera è una meditazione visiva sul mistero della vita, sul tempo che non ci appartiene, sull’inizio che non conosciamo e sulla fine che non possiamo controllare.
    È un invito potente a stare, a respirare nel buio senza doverlo per forza rischiarare. E a trasformare ogni attesa in un atto di fiducia.
    Perché anche ciò che non capiamo può nutrirci. E ogni notte, in fondo, è piena di stelle.
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    12 m
  • El Greco: il cielo che discende sulla terra
    Jun 17 2025
    Nel Seppellimento del conte di Orgaz, El Greco dipinge un ponte tra due mondi. Un'opera visionaria, dove il divino si fa presente, non attraverso dogmi, ma attraverso la bellezza. Corpi allungati, luce mistica, volti assorti: non c’è solo un funerale, ma una rivelazione.
    Guardare quest’opera significa domandarsi: cosa sto onorando nella mia vita? Dove termina ciò che vedo e inizia ciò che sento?
    El Greco non ci chiede di comprendere tutto. Ci chiede di riconoscere il sacro in ciò che attraversiamo, di aprire un varco tra la materia e lo spirito. È un’opera che parla al cuore di chi cerca verticalità interiore, di chi vuole camminare con radici nella terra e occhi pieni di cielo.
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    10 m
  • Dove la luce incontra il silenzio. Alla scoperta della spiritualità architettonica di Tadao Ando
    Jun 10 2025
    In un mondo che corre e riempie ogni spazio di parole, Tadao Ando ci invita a svuotare. A rallentare. A sederci nel silenzio di una chiesa fatta di cemento e luce, dove non c’è bisogno di orpelli per sentire il sacro.
    La sua Church of the Light non è solo un edificio, è un’esperienza. Una soglia invisibile tra l’esteriore e l’interiore. In questo episodio, ti accompagno a esplorare una delle opere più emblematiche dell’architettura contemporanea, dove la luce scolpisce lo spazio e ci chiede: “Quanto sei disposto a lasciare fuori per ritrovare te stesso dentro?”
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    13 m
  • L’equilibrio silenzioso: quando l’anima si accorda con il paesaggio
    Jun 3 2025
    In La Cattedrale di Chartres, vista dal parco di Saint-Chéron, Jean-Baptiste Camille Corot non dipinge semplicemente un luogo: costruisce un dialogo tra tempo, spazio e spirito.
    La cattedrale non domina la scena, ma vi si adagia come parte integrante di un mondo in quieto equilibrio. Il vento che muove gli alberi, le figure immerse nel silenzio, la luce che accarezza le forme senza mai forzarle: tutto sembra invitarci a rallentare, ad ascoltare.
    Corot ci ricorda che anche l’anima, come il paesaggio, ha bisogno di pause, di radici, di cielo. E che la vera forza non è nel mostrare, ma nel contenere: nel saper reggere la complessità del mondo dentro una visione pacata, profonda, intera.
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    13 m
  • Quello che ti schiaccia quando smetti di essere presente. Il volto dell’incubo
    May 27 2025
    Ci sono momenti in cui non è il mondo a bloccarci.
    È qualcosa di più sottile. Più profondo.
    Una pressione invisibile che ci immobilizza, ci oscura, ci domina… senza bisogno di parlare. In questo episodio ti accompagno dentro L’Incubo, l’opera visionaria e disturbante di Füssli, dove una figura femminile giace immobile sotto il peso di qualcosa che non si vede, ma si sente: un demone, un’ombra, una parte interiore che ha preso il controllo. Non è solo un quadro. È una lezione visiva su cosa accade quando smettiamo di essere presenti a noi stessi.
    Quando non decidiamo più con chiarezza, ma lasciamo che le paure decidano al posto nostro.
    Quando ciò che ci paralizza non è reale, ma ci domina lo stesso. “Il vero incubo non è ciò che sogni.
    È ciò che ti comanda quando non sei sveglio dentro.” Un viaggio tra visione e realtà, dove l’unico modo per riprendere spazio è tornare in contatto con il tuo corpo, con il tuo pensiero, con la tua scelta.
    Perché non sempre l’incubo va combattuto. A volte… va guardato in faccia.
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    13 m
  • Doris Salcedo: la crepa che ti attraversa. Smettere di nascondere chi sei
    May 20 2025
    Non tutte le fratture si vedono.
    Alcune ci attraversano in silenzio: sono parole che ci hanno escluso, esperienze che ci hanno separato, storie che nessuno ha mai voluto ascoltare davvero. In questo episodio camminiamo dentro Shibboleth, l’opera di Doris Salcedo che ha trasformato una crepa lunga 167 metri nel pavimento della Tate Modern in un gesto di verità collettiva.
    Una ferita aperta nello spazio pubblico per raccontare tutte quelle private che restano sepolte, negate, taciute. Shibboleth non è una metafora: è un invito.
    A vedere dove ti sei spezzato, a riconoscere chi sei diventato attraversando quella frattura,
    a smettere di coprire la tua cicatrice come se fosse vergogna, e iniziare a viverla come traccia della tua forza. “Non devi più nasconderla.
    Devi imparare a camminarci accanto.” Perché il cambiamento non inizia quando tutto è a posto.
    Inizia quando hai il coraggio di guardare la tua crepa… e scegliere di restarci intero.
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    12 m