Episodios

  • Angel di Deo simiglia in ciascun atto (Cino da Pistoia)
    Jun 22 2025
    ep. 92 st. 1
    Cino da Pistoia è fra tutti gli stilnovisti quello che è rimasto fermo nell'aderenza all'ideologia del Dolce Stilnovo. Si può dire che ha esplorato con massima profondità e varietà i temi e i motivi tipici dello Stilnovo; è infatti una fonte preziosa per comprendere appieno le sfumature di questa corrente.
    La sua produzione letteraria è molto vasta; il suo Canzoniere è il più ampio del fruppo degli stilnovisti.

    Angel di Dio simiglia in ciascun atto
    Questa giovine bella,
    Che m’ha con gli occhi suoi il cor disfatto.
    E di tanta virtù si vede adorna,
    Che chi la vuol mirare,
    Sospirando, convielli il cor lasciare.
    Ogni parola sua sì dolce pare,
    Che là ove posa torna
    Lo spirito che meco non soggiorna;
    Però che forza di sospir lo storna,
    Sì angoscioso è fatto
    Quel loco dello quale Amor l’ha tratto.
    Io non m’accorsi, quando la mirai,
    Ch’Amore assaltò gli occhi, onde disfatto
    Fuor dell’alma trovai
    La mia virtù che per forza lasciai;
    E non sperando di campar già mai.
    Di ciò più non combatto:
    Dio mandi il punto di finir pur ratto.
    Ballata, a chi del tuo fattor dimanda,
    Dilli che tu lo lasciasti piangendo
    E comiato pigliasti,
    Che vederlo morir non aspettasti:
    Però lui che ti manda
    A ciascun gentil cor lo raccomanda;
    Ch’io per me non accatto,
    Com’più viver mi possa a nessun patto.
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    14 m
  • Al cor gentil rempaira sempre amore (G. Guinizzelli)
    Jun 15 2025
    ep. 91 st. 1
    Questa canzone costituisce un vero e proprio manifesto di poetica: è la dischiarazione della poetica del Dolce Stilnovo.
    Lettura, commento, parafrasi e riflessione.

    Al cor gentil rempaira sempre amore
    come l’ausello in selva a la verdura;
    né fe’ amor anti che gentil core,
    né gentil core anti ch’amor, natura:
    ch’adesso con’ fu ’l sole,
    sì tosto lo splendore fu lucente,
    né fu davanti ’l sole;
    e prende amore in gentilezza loco
    così propïamente
    come calore in clarità di foco.

    Foco d’amore in gentil cor s’aprende
    come vertute in petra prezïosa,
    che da la stella valor no i discende
    anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
    poi che n’ha tratto fòre
    per sua forza lo sol ciò che li è vile,
    stella li dà valore:
    così lo cor ch’è fatto da natura
    asletto, pur, gentile,
    donna a guisa di stella lo ’nnamora.

    Amor per tal ragion sta ’n cor gentile
    per qual lo foco in cima del doplero:
    splendeli al su’ diletto, clar, sottile;
    no li stari’ altra guisa, tant’è fero.
    Così prava natura
    recontra amor come fa l’aigua il foco
    caldo, per la freddura.
    Amore in gentil cor prende rivera
    per suo consimel loco
    com’ adamàs del ferro in la minera.

    Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno:
    vile reman, né ’l sol perde calore;
    dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
    lui semblo al fango, al sol gentil valore:
    ché non dé dar om fé
    che gentilezza sia fòr di coraggio
    in degnità d’ere’
    sed a vertute non ha gentil core,
    com’aigua porta raggio
    e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.

    Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo
    Deo crïator più che [’n] nostr’occhi ’l sole:
    ella intende suo fattor oltra ’l cielo,
    e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
    e con’ segue, al primero,
    del giusto Deo beato compimento,
    così dar dovria, al vero,
    la bella donna, poi che [’n] gli occhi splende
    del suo gentil, talento
    che mai di lei obedir non si disprende.

    Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
    sïando l’alma mia a lui davanti.
    «Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
    e desti in vano amor Me per semblanti:
    ch’a Me conven le laude
    e a la reina del regname degno,
    per cui cessa onne fraude».
    Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
    che fosse del Tuo regno;
    non me fu fallo, s’in lei posi amanza».
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    27 m
  • Io voglio del ver la mia donna laudare (G. Guinizzelli)
    Jun 8 2025
    ep. 90 st. 1
    Come ha detto Gianfranco Contini, "Io voglio del ver la mia donna laudare" è un repertorio di topoi stilnovistici. Qui compaiono tutti insieme; e da ora in poi torneranno e verranno ripresi dagli altri poeti. Dante stesso definità il dolce stile partendo proprio da questo sonetto. In qualche modo, questo è l'antecedente più vicino al trattamento che Dante riserverà a Beatrice.

    Io vogliọ del ver la mia donna laudare
    ed asembrarli la rosa e lo giglio:
    più che stella dïana splende e pare,
    e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

    Verde river’ a lei rasembro e l’âre,
    tutti color di fior’, giano e vermiglio,
    oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
    medesmo Amor per lei rafina meglio.

    Passa per via adorna, e sì gentile
    ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
    e fa ’l de nostra fé se non la crede;

    e no·lle pò apressare om che sia vile;
    ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
    null’ om pò mal pensar fin che la vede.
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    12 m
  • L'amore nella novità di Guido Guinizzelli
    Jun 1 2025
    ep. 89 st. 1
    Con lo Stilnovo, complice anche il nuovo vigore che la Chiesa manifesta, passando attraverso la lotta contro le eresie, il pensiero di San Tommaso d'Aquino e la mistica francecana, l'elogio alla donna, all'amore, ruota intorno al sistema delle virtù cristiane. Addirittura, Dio rimprovererà il poeta per amare la donna di un amore che solo a lui può spettare...
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    14 m
  • Il Dolce Stilnovo (introduzione)
    May 25 2025
    ep. 88 st. 1
    Guido Guinizzelli supera la lirica siciliana e la siculo-toscana, proponendo una novità inedita: la fedeltà incondizionata all'ispirazione d'Amore...
    Per capire meglio questo discorso, vi incito a recuperare le puntate precedenti alla prosa novellistica, dalla 60 alla 75. Ripartiamo da qui e riprendiamo il discorso sulla poesia del Duecento.
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    15 m
  • Il Novellino
    May 18 2025
    ep. 87 st. 1
    Il "Novellino" è una raccolta che dà inizio alla novellistica italiana.
    "... si vogliono insegnare i fiori del parlare e i comportamenti nobili"; lo si vuol fare prendendo esempio da chi è colto e nobile per nascita, ma lo si fa per tramandare questo sapere ai poveri di cultura, ai "minori", perché a loro volta possano raccontare ed insegnare a 2colore che non sanno e che desiderano sapere".
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    9 m
  • Dall'exemplum alla novella
    May 11 2025
    ep. 86 st. 1
    Con il tempo, le cose sono cambiate l'attenzione dell'uditorio si è spostata sempre di più sulla narratio, cioè sulla bellezza della storia e sul modo in cui veniva raccontata. L'insegnamento morale è diventato piano piano meno importante, e così l'exemplum si è trasformato in una nuova forma di racconto: la novella.
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    13 m
  • La novellistica di stampo orientale
    May 4 2025
    ep. 85 st. 1
    Le narrazioni della tradizione orientale in lingua araba sono modelli vicini ai nostri exempla e fabliaux, ma presentano delle novità che l'Occidente farà proprie e riutilizzerà. Questi testi (come "Il libro dei sette savi", "Il romanzo di Balaam e Josaphat" e "Le mille e una notte") sono stati molto influenti a partire dal Duecento in Europa, grazie a traduzioni, adattamenti e rielaborazioni da parte di intermediari.
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    15 m
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